Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer è stato un grande filosofo dell’800  che si impone all’attenzione del pubblico e della critica solo negli ultimi anni della sua SFORTUNATA ESISTENZA.

Viene definito un filosofo INATTUALE , ossia non allineato con il suo tempo, e quindi destinato all’insuccesso; quando però i tempi maturano,  allora improvvisamente la sua opera filosofica prima rimasta inascoltata e praticamente buttata al macero,  torna alla ribalta e ne usciranno continue riedizioni.

IL MONDO COME VOLONTA’ E RAPPRESENTAZIONE   contiene la sua tesi filosofica idealistica  e antihegeliana,  che praticamente dice questo:

IL FENOMENO è l’apparenza, la DOXA, il velo di Maia.

IL NOUMENO  è la verità, la sostanza, la cosa in sè.

Si noti che Kant aveva detto L’ESATTO CONTRARIO, quindi  Schopenhauer riprende Kant ma rovesciandolo. Si deve ribadire che il filosofo è a suo modo un IDEALISTA,  cioè continua il pensiero idealista iniziato da Platone  con il MONDO DELLE IDEE e portato a compimento da Kant.

Se c’è un pensiero che S  INVECE   non può ammettere è proprio quello hegeliano; per lui HEGEL  era un ciarlatano, uno che esaltò la materia come se fosse Dio in terra, uno che esaltò la ragione come realtà e la realtà come ragione. Critica il suo ottimismo storicista, la storia non conosce un’evoluzione ma è prigioniera di un ETERNO RITORNO, dove gli uomini tornano a commettere sempre gli stessi errori.

Per S non è la ragione che vince nella storia ma solo la VOLONTA’ DELL’UOMO che è tutto tranne che razionale.  Dentro la volontà dell’uomo c’è l’impulso, la passione, il desiderio, il sangue, la pancia, il non definito,  altro che ragione e controllo delle emozioni.

Emerge centrale il CORPO, la fisicità dell’uomo come ANIMALE METAFISICO.

ANIMALE SENZA DUBBIO, MA METAFISICO, perchè capace di farsi delle domande che sono il fondamento della filosofia e quindi della metafisica.

S  sostiene che occorre squarciare IL VELO DI MAIA, dietro il quale si nasconde la verità. Ricordiamo il mito della caverna, il pensiero di Platone, la rivalutazione della METAFISICA CRITICA.

Di tutto il complesso impianto logico di Kant, S conserva una sola CATEGORIA CENTRALE ED ASSOLUTA,  CHE E’ LA CASUALITA’.

La categoria della casualità può spiegare tutto del mondo,  sia i suoi aspetti fisici che quelli etici.

Ricompare nella filosofia di S  la parola MERAVIGLIA, intesa   però nel suo senso totale, sia positivo che negativo. Meraviglia come piacevole sorpresa, ma anche come  SCONCERTO, DUBBIO, SMARRIMENTO,  ANGOSCIA DEL NON CONOSCIUTO, PAURA DELLA MORTE…(queste cose saranno riprese da KIERKEGAARD)

Oltre criticare Hegel, oltre rovesciare Kant, S critica anche la RELIGIONE in quanto semplice ILLUSIONE e forma di sedativo ( questo sarà ripreso da Freud e da Marx), critica l’ottimismo illuminista per la sua facile idea di progresso, critica il romanticismo di Rousseau che parlava dell’uomo come di un buon selvaggio che può essere educato alla pace, e invece l’uomo è Homo in homini lupus.

S è PESSIMISTA come LEOPARDI, che riprende e che è il suo maestro, ma mentre L supera il momento DESTRUENS con il sentimento dell’IMPEGNO EROICO e della RESISTENZA AL DOLORE, S  rimane distruttivo, cade in contraddizione, invita da un lato all’ASCESI, al praticare quello che lui chiama il NIRVANA, cioè il distacco dal mondo e dalle sue passioni, ma dall’altro lui stesso non lo pratica.

S  sostiene che non c’è vera passione che sia degna d’essere perseguita, perchè anche la più nobile, come l’amore, non è altro che AFFERMAZIONE DI SE’ e ISTINTO A PERSEGUIRE LA SPECIE.

Dentro una qualunque coppia, prevale un rapporto di forza, uno prevale e l’altro soccombe, così come il cavallo con il suo cavaliere, come il servo  con  il suo padrone. Quindi bisogna distaccarsi dal mondo e stare a guardare. Peccato che questa idea del distacco non viene capita, è un qualcosa che parla più la lingua della cultura indiana che quella della cultura occidentale,e poi è qualcosa che non può essere realizzato in un senso universale. Su questo punto il filosofo Nietzsche, che prenderà S come suo maestro, si ribellerà e dirà chiaramente  “Qui S ha sbagliato, l’uomo non può smettere di essere se stesso, di essere uomo, di affermare la sua VOLONTA’ DI POTENZA”

La critica è anche di  Leopardi che  aveva opposto all’ascesi L’IMPEGNO ETICO al fare, al perseguire il proprio progetto di vita.

In effetti oltre l’ascesi (il nirvana) per S   l’uomo ha altre due possibilità, che sono impegnarsi nell’ARTE o rifugiarsi nella PIETAS, nel sentimento di COMPASSIONE per l’umanità sofferente. Quindi l’uomo o si mette a creare esprimendo nella sua opera il suo stato, senza creare rapporti di forza ma solo rapporti creativi, o si mette a fare il filantropo, l’uomo della carità,   in un senso umanitario. Il TU DEVI kantiano del fare la cosa giusta qui ha lasciato il posto al TU PUOI FARLO, TU PUOI SENTIRE il bisogno di farlo.