E’ noto quanto l’Inghilterra abbia svolto il ruolo di locomotiva europea, o meglio, quanto l’Inghilterra abbia avuto uno sviluppo autonomo dal resto d’Europa, e quanto la sua vocazione predatrice/espansionistica nei confronti del mondo l’abbia portata a svolgere un ruolo dominatore e potremmo dire pionieristico di lunga e complessa storia.
Non è un caso che la prima rivoluzione industriale è inglese, non è un caso che le prime teorie sul capitalismo e sul romanticismo che nasce come reazione sono inglesi, non è un caso che proprio in Inghiterra si forma una mentalità pragmatica e positivista, alla quale si contrapporrà un pensiero liberale e democratico, se non quando apertamente anarchico, nei suoi primi passi.
Dal continente inglese tutte queste tendenze si spostano in Europa, e non a caso si usa l’espressione continente inglese, anzichè la più realistica definizione di isola; si spostano in Europa non per contaminazione inglese, ma perchè un mezzo secolo dopo circa anche i paesi europei arrivano ad avere i problemi che già l’Inghilterra aveva avuto.
Mettendo da parte in questa sede le valutazioni filosofiche e storiche del caso, diciamo che i maggiori autori di questo mondo in fervente trasformazione sono Adam Smith come primo teorico economico, Ricardo come il teorizzatore del sistema capitalistico, Robert Owen come il pensatore di un sistema economico più umano, George Shelley come il primo teorizzatore del romanticismo che voleva opporsi ad una mera visione utilitaristica del mondo e che oppone al mondo cittadino un idilliaco mondo campestre dove potere recuperare il sentimento del tempo e del vivere naturale, Malthus che ci elabora una prima visione pessimistica del capitalismo e infine Coleridge che sottolinea il valore della Storia come coltivazione spirituale contro il puro scientismo che finisce per ignorare il genio e l’arte.
Dentro questi nomi si hanno in nascita tutte quelle premesse che produrranno per forme locali e proprie le valutazioni storiche, politiche e filosofiche sviluppate in autonomia ora dal mondo tedesco, ora dal mondo francese, ora dal mondo mitteleuropeo.
E’ chiaro che proprio in Inghilterra si formano i primi sentimenti socialisti o che intendono orientarsi verso la realizzazione della difesa dei diritti dei lavoratori, che non potevano venire ridotti a schiavi, compresi tra essi gli stessi bambini e le donne. E’ chiaro che proprio in Inghilterra si forma la prima teoria catastrofista che ipotizza un punto in cui i popoli sarebbero arrivati a reclamare risorse che però non sarebbero risultate più disponibili per tutti. Per la sopravvivenza del capitale si necessita del sacrificio della classe lavoratrice, e si teorizza il bisogno naturale e sistematico di una dispari ripartizione della ricchezza attraverso la teoria del valore della merce che equivale al salario maggiorato del profitto.
Terreno fertile da cui ripartire, per Marx e per tutto quel pensiero comunistico che però troverà spazio non in Inghilterra ma proprio sul Continente, e nemmeno il continente nostro, ma quello orientale di Russia.
Parallelamente fiorirà tutta una serie di letteratura dal contenuto sociale e romantico, come il celebre Oliver Twist dell’ancor più celebre Charles Dickens; lo scrittore dedicherà molte delle sue opere all’ingiustizia sociale subita dai lavoratori ridotti a schiavi, come lui stesso ebbe in sorte di subire nella sua primissima fanciullezza.
Un focus su Adam Smith: teorizza la divisione del lavoro, il concetto di valore-lavoro e il concetto di scambio-mercato dove distingue il valore d’uso dal valore di scambio. Il lavoro deve essere produttivo e semplificato per il lavoratore stesso; si deve parlare di specializzazione, di invenzione tecnologica e di istruzione-formazione da parte dello Stato.
Un focus su Malthus: ritenne fondamentale il controllo demografico sulla crescita della popolazione per evitare il rischio di sovraffollamento e quindi il rischio di impoverimento delle risorse disponibili al fabbisogno e non certo inesauribili o esposte alla facile riproduzione di se stesse.
Si rimanda per approfondimenti economici alla teoria sul salario di Ricardo, che in parte riprende Smith ma in parte se ne discosta.
Un focus su Robert Owen: fu il primo a sperimentare tentativi comunitari e associazionistici nel campo del lavoro, ma che purtroppo finirono per fallire per mancanza di capacità organizzative. I suoi sforzi gli hanno fatto guadagnare il termine di padre del socialismo e di ispiratore dei primi movimenti anarchici in America, dove ebbe modo di vivere per un periodo. Marx definirà utopico il tentativo comunitaristico di Owen, e a questo contrapporrà la visione storica e dialettica del marxismo. Owen finirà i suoi giorni aderendo allo spiritualismo. Aveva rincorso un sistema economico fondato unicamente sul valore del lavoro, sul baratto, sulla lotta all’inflazione e alla speculazione, madri di tutte le povertà.
Un focus su Shelley: fu contemporaneo e amico di Byron, del quale però non ebbe lo stesso riconoscimento, ma la stessa vita spericolata e anticonformista; morirà giovanissimo a trent’anni affogando nel mare davanti a Lerici, ma non viene ricordato per le sue stranezze o eccentricità; viene ricordato, tra le varie ragioni, per essere stato un convinto sostenitore della pace e della non violenza, e a lui si ispirò lo stesso Gandhi che diventerà il padre stesso del pacifismo. Sarà rivalutato solo alla fine 800 e soprattutto nel primo e secondo dopoguerra in Europa e in America, da personaggi di cultura come Leopardi o Mazzini, prima; Virginia Woolf, Gabriele D’Annunzio, Tagore, il movimento vegetariano ( a cui Shelley aveva aderito), i poeti decadentisti, gli anarchici, la beat generation e lo stesso filosofo Bertrand Russell, dopo.
Per finire anche Coleridge merita il suo focus personale; per un breve periodo fu soggetto alla tossicodipendenza da oppio; questo difficile episodio gli causò non pochi problemi e la perdita di un suo amico carissimo, ma nello stesso tempo fu per lui motivo di profonda riflessione e di profonda ispirazione poetica e letteraria. Le sue opere maggiori sono La ballata del vecchio marinaio (lirica) celebrata in tutta Inghilterra (e non solo) come il simbolo stesso del suo pensiero e le cosiddette poesie di conversazione o di meditazione. Emerge il suo inconfondibile stile, fatto di pacatezza, armonia domestica, ricerca ed elogio della pace interiore per una società vera e non di pura esteriorità. Il tema del male è dominante, ma dal peccato o errore che dir si voglia si può riemergere, e tornare alla luce.