La carta cognitiva non è altro che uno strumento di lavoro ad uso dell’insegnante.
Tutte le volte che diamo un compito ai nostri alunni, dobbiamo analizzare la consegna in base a questo schema, per avere chiaramente l’idea di quello che andiamo a richiedere e per essere consapevoli della reale possibilità di riuscita del lavoro.
La Scuola troppo spesso offre schede didattiche scaricate dai libri o dalla rete senza prima averle “studiate” e messe a fuoco nei loro punti deboli o mancanti di chiarezza, senza cioè prima averli messi addosso alla propria personale classe, fatta di casi particolari mai generalizzabili.
Non solo; la carta cognitiva presume che l’insegnante applichi il funzionamento della mente, del processo cognitivo, distinto nelle sue tre fasi di input, elaborazione ed output.
Ecco, se usassimo tutti questo semplice (si fa per dire) ed elementare strumento, molti problemi verrebbero prevenuti, previsti e programmati.
Ve la allego in modo da poterla condividere, per chi ovviamente già non la conosce e non la usa, o per chi ne conosce di alternative, così che magari può farvi un confronto.
In seconda pagina dello stesso file trovate l’elenco delle funzioni cognitive che dobbiamo considerare per selezionare quali di esse ogni bambino deve conoscere o possedere per lo svolgimento del compito avuto in consegna.
Così che, concludendo, la stessa consegna dovrebbe prevedere la personalizzazione della scheda stessa; una per gli alunni normodotati, una per i bambini bes tra cui i dsa, e qui si potrebbero prevedere anche un paio o più di personalizzazioni, dipende se in classe abbiamo bambini con il pei perchè dva o con handicap, e non solo con il pdp.
Tutto questo nella logica dell’accoglienza e dell’inclusione.
Sono certa di consegnarvi qualcosa di utile. Per chi ne volesse sapere di più, consultate il sito del gruppo sostegno Monza e Brianza che si occupa da anni di problematiche legate all’insegnamento e al necessario apprendimento.
lo trovate al solito indirizzo http://www.ctrhmonzabrianza.it/
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