Traccia progetto di lavoro
CASO: classe terza media inferiore. Ragazzo brasiliano adottato all’età di tre anni insieme al fratello maggiore di due anni da famiglia italiana. Ha subito abbandono da parte dei genitori naturali e maltrattamenti in orfanotrofio. Problemi relazionali e difficoltà di gestione delle emozioni primarie. Tendenza a scappare, soprattutto quando si trova in situazione di disagio o difficoltà. Famiglia adottiva presente ma molto in difficoltà (i genitori, oltre a lavorare molto sono in fase di separazione). QI border line.
DOMANDA: descrivi una programmazione metodologica e i relativi interventi didattici per l’alunno disabile. Definisci strategie di intervento e tipologie di valutazione. Stabilisci un obiettivo per la classe e le relative modalità di intervento e valutazione. Spiega quali metodi didattici innovativi possono essere applicati.
Cerco di partire dai punti di forza: al ragazzo cosa interessa? Cosa piace fare? C’è un compagno con cui dimostra di legare maggiormente? Cerco di conquistare il suo interesse meglio se attraverso il gruppo classe, oppure per via individuale ma con l’intento di integrarlo in un secondo momento nel gruppo.
Partendo da quello che lo interessa, cerco di agganciare sempre più la sua attenzione, che a parte i disturbi comportamentali non sembra avere altri significativi scogli; l’intelligenza è border line ma non preclude a priori abilità specifiche operative, o interessi specifici.
Potrei inserirlo in progetti esistenti nella scuola, per casi simili al suo.
Potremmo creare con il gruppo docenti attività scolastiche o extracurriculari da svolgere comunque nell’orario scolastico.
Il gruppo classe potrebbe essere pensato come il luogo dove tutti i bambini insieme decidono di costruire uno spettacolo, con un argomento scelto dai ragazzi, dopo averli portati a riflettere su questo tema approfondendolo per gradi.
L’argomento potrebbe essere: “Racconto quando sono felice” ed i ragazzi scrivono i testi e disegnano le scenografie con l’ausilio delle insegnanti, soprattutto quella di arte, ma anche quella di lettere e quella di musica e quella di tecnica…
Lo spettacolo potrebbe diventare una specie di abilità del gruppo classe da condividere con dei video creati con l’aiuto dei ragazzi più tecnologici e messi poi sulla rete.
Da un progetto iniziale potrebbero nascere idee successive di sviluppo, incoraggiando la creatività, l’autostima, l’autonomia, il senso di responsabilità, l’autoconsapevolezza, l’autocontrollo, il senso di appartenenza…
Il problema valutativo mi sembra quello meno prioritario, potrebbe essere visto inizialmente soltanto come uno strumento di incoraggiamento e non certo di penalizzazione o di demotivazione.
Ho pensato al teatro perché ai bambini piace moltissimo, perché è un metodo che fa crollare le inibizioni agli adulti e fa acquisire le regole ai bambini che non ne hanno, nel senso che è una via creativa per fare passare il bisogno di auregolamentarsi.